I dati sugli incidenti
raccolti negli Stati Uniti, per esempio sul sito www.caves.org, sono completi e
facilmente trattabili. Lo scopo del presente capitolo non è comunque quello di
analizzare dati o produrre statistiche, ma fornire strumenti di valutazione. I numeri
sono importanti, sempre, ma qui ne faremo un uso strumentale e poco ci
importerà del valore ottenuto tramite un calcolo, ma ragioneremo per ordini di
grandezza.
Le statistiche
riportano che, ogni anno, 1 speleologo su 200 viene coinvolto in un incidente.
Quattro volte su cinque, l'incidente non produce lesioni o determina lesioni
lievi. La seguente tabella fornisce, per il quindicennio 1995-2010, le
frequenze degli incidenti in grotta.
Tipo di
incidente
|
95
|
96
|
97
|
98
|
99
|
00
|
01
|
02
|
03
|
04
|
05
|
06
|
07
|
08
|
09
|
10
|
tot
|
%
|
|
incapace di
uscire*
|
30
|
29
|
19
|
13
|
28
|
22
|
18
|
15
|
22
|
15
|
15
|
15
|
9
|
9
|
6
|
8
|
273
|
32%
|
|
caduta
|
15
|
21
|
27
|
15
|
20
|
17
|
13
|
20
|
14
|
5
|
10
|
12
|
11
|
11
|
10
|
13
|
234
|
29%
|
|
caduta pietre
|
10
|
5
|
5
|
2
|
4
|
2
|
3
|
3
|
5
|
3
|
7
|
4
|
5
|
3
|
3
|
3
|
67
|
8%
|
|
allagamento
|
7
|
4
|
5
|
3
|
3
|
3
|
1
|
1
|
5
|
4
|
2
|
3
|
4
|
2
|
0
|
0
|
47
|
6%
|
|
difficoltà su
corda
|
4
|
6
|
5
|
1
|
4
|
3
|
1
|
5
|
5
|
1
|
2
|
2
|
1
|
2
|
0
|
2
|
44
|
6%
|
|
ipotermia
|
6
|
6
|
2
|
2
|
2
|
3
|
1
|
1
|
3
|
0
|
1
|
2
|
1
|
2
|
0
|
1
|
33
|
4%
|
|
attrezzatura
|
4
|
4
|
2
|
1
|
0
|
0
|
3
|
2
|
0
|
0
|
0
|
4
|
4
|
2
|
1
|
1
|
28
|
4%
|
|
malattia
|
0
|
1
|
1
|
8
|
0
|
2
|
2
|
2
|
1
|
2
|
2
|
0
|
0
|
1
|
0
|
1
|
23
|
3%
|
|
annegato
|
0
|
1
|
0
|
0
|
1
|
0
|
1
|
0
|
3
|
1
|
0
|
1
|
1
|
1
|
1
|
0
|
11
|
1%
|
|
aria
"cattiva"
|
2
|
1
|
0
|
1
|
0
|
0
|
1
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
5
|
1%
|
|
acetilene
|
0
|
1
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
1
|
0%
|
|
altro
|
6
|
3
|
2
|
3
|
2
|
3
|
3
|
2
|
1
|
1
|
1
|
1
|
0
|
2
|
1
|
1
|
32
|
4%
|
|
vittime
|
2
|
1
|
4
|
4
|
4
|
2
|
5
|
2
|
6
|
3
|
0
|
4
|
1
|
4
|
5
|
4
|
51
|
6%
|
|
feriti
|
53
|
54
|
47
|
25
|
39
|
37
|
27
|
37
|
34
|
16
|
32
|
27
|
26
|
21
|
10
|
21
|
506
|
63%
|
|
senza
conseguenze
|
29
|
27
|
17
|
20
|
21
|
16
|
15
|
12
|
19
|
13
|
8
|
13
|
9
|
10
|
7
|
5
|
241
|
30%
|
|
* perso, esausto,
bloccato
|
Parlare di frequenza
di un evento, significa mettere in ordine i casi analoghi che si sono
verificati nel passato e determinare quanti eventi si registrano in un
intervello di tempo. Si può ragionevolmente "fare statistica" se si
crede che il campione continuerà a comportarsi in futuro nello stesso modo. La
frequenza, allora, diventa la probabilità di accadimento di un evento
ipotetico.
Come abbiamo già
detto, il rischio è cosa diversa dal pericolo, e a noi interessa maggiormente
la valutazione di ciò che è più rischioso, e non solo di ciò che è più
pericoloso. Se assegniamo a ogni incidente, il danno che può originarsi, si può
riordinare la tabella già vista in funzione dei rischi. L'evento più
pericoloso, in termini di probabilità, ovvero l'incapacità di uscire, se non
accompagnato da altre ragioni (caduta o altro incidente), non produce
mediamente danni rilevanti. In caso di spossatezza, o di perdita
dell'orientamento, ci si predispone all'attesa. Da soli, o più frequentemente
con l'aiuto dei compagni, troveremo senza dubbio la via dell'uscita, pressoché
illesi. R=PxM: a una grande P, corrisponde un basso M. Il rischio è basso e,
nella scala dei rischi della progressione in grotta, l'incidente ha una scarsa
rilevanza. Gli incidenti legati all'attrezzatura (rottura dei materiali, errori
nell'uso degli attrezzi)sono molto rari e, in virtù della consistenza del
sistema di progressione (i materiali, gli attrezzi e le tecniche sono standardizzati) e della
ridondanza, un incidente determina ancor più raramente danni elevati. Anche in
questo caso, il rischio è basso. Stare appesi a una corda da 10 mm di diametro,
in cima a un pozzo di centinaia di metri di profondità, per alcuni è
un'esperienza terrificante. È una questione di percezione del rischio che
afferisce più al campo della psicologia che a quello della tecnica: il rischio
reale che si corre è praticamente insignificante. È molto più rischioso guidare
in città, o stare a casa: gli incidenti domestici causano ogni anno un
rilevante numero di vittime.
A conti fatti, il
rischio maggiore a cui ci sottoponiamo durante la progressione è la caduta
pietre, nella progressione verticale, e la caduta durante la progressione
orizzontale, ovvero quando ci muoviamo senza utilizzare la corda.
Il cedimento di un
ancoraggio è un evento raro. Ha, cioè, una probabilità di accadimento che si
può esprimere numericamente con un numero molto piccolo. Dire in questo
contesto che la probabilità di rottura di un ancoraggio vale 0,0001, non vuole
essere una stima significativa, ma solo un parametro di confronto. Nel
prosieguo, i numeri citati avranno solo un valore indicativo.
Un modo di
quantificare il danno prodotto, è quello di servirsi di un indicatore numerico
pari al valore monetario del danno stesso. È un po' come riproporre quel gioco
che si faceva da bambini quando si diceva: non farei una cosa nemmeno per … un
milione di euro!
Evento
|
P
|
Danno (k€)
|
Rischio
|
Cedimento
ancoraggio singolo con caduta di 3 m
|
0,0001
|
Lieve
10
|
1
€
|
Cedimento
ancoraggio singolo con caduta di 6 m
|
0,0001
|
Grave 500
|
50 €
|
Cedimento
ancoraggio singolo con caduta di 3 m in getto cascata
|
0,0001
|
Gravissimo
1000
|
100
€
|
Idem,
ancoraggio doppio P=0,0001*0,0001
|
10e-7
|
Gravissimo 1000
|
0,1 €
|
Caduta
in arrampicata di 3 m, arrampicatore scarso
|
0,001
|
Lieve
10
|
10
€
|
Idem,
arrampicatore esperto
|
0,0001
|
Lieve 10
|
1 €
|
Caduta
in arrampicata di 10 m, arrampicatore esperto
|
0,0001
|
Gravissimo
1000
|
100
k€
|
Abbiamo definito il
rischio come R = P X M. Ridurre il rischio (R) significa ridurne la frequenza
(P) o la gravità (M). In altre parole, il rischio è ridotto con misure di
prevenzione o di protezione.
-Il rischio cresce con
il numero delle persone partecipanti.
-Il rischio cresce con
il tempo di permanenza in grotta.
-La combinazione di
lunga permanenza in grotta, mancanza di allenamento, equipaggiamento
inadeguato, freddo o carenza alimentare e idrica, costituiscono fattori di
rischio elevato. La combinazione di eventi di cui sopra si chiama
disorganizzazione.
-Il rischio maggiore è
la caduta; un grave rischio, la caduta pietre. Il rischio derivante dalle
tecniche di attrezzaggio e di progressione su corda è di gran lunga
inferiore (5%) alle altre cause di rischio maggiore. Ciononostante, non
possiamo mai esporci al rischio catastrofico.
-La valutazione del
rischio non è materia di buon senso
BUON SENSO vs. SICUREZZA
La sicurezza non è
“senso comune” o “buon senso”. Il buon
senso non è per nulla comune, nel senso che non è né comune a tutti, né “comune”, semplice o ordinario. Agire,
guidati dal buon senso, nella pratica di attività potenzialmente pericolose, è
tanto inutile quanto essere coscienti dei rischi senza però utilizzare
procedure specifiche. E poi, non sembra molto carino condannare chi è privo di
“buon senso” a subire incidenti.
Lo studio del
rischio nelle attività praticate da un numero elevato di appassionati, da lungo
tempo, e con tecniche omogenee, è fondato sull’analisi statistica. Tale tipo di
analisi deve essere coadiuvata da metodi di tipo sperimentale e da procedure
cautelative nel caso dell’introduzione di nuove tecniche o materiali.
Praticare la
speleologia richiede qualcosa in più del buon senso. Presuppone una
preparazione consistente con le attività che si intende praticare e la capacità
di compiere scelte ragionate, ovvero di mantenersi, se stessi e i propri
compagni, all'interno di quell'area di rispetto che si trova a un adeguata
distanza dall'esposizione del pericolo.
PREPARARSI
TECNICAMENTE - educarsi alla valutazione del rischio, adottare procedure
standard per ridurre i rischi, allenarsi nella tecnica per essere rapidi
nell’attrezzaggio e nella progressione e per ridurre la sorpresa in casi non
attesi, considerare l’effetto del cedimento di ogni elemento del sistema,
utilizzare sistemi ridondanti per minimizzare il rischio di cedimento
catastrofico;
PREPARARSI FISICAMENTE - allenarsi per mantenere la propria
forma fisica, allenarsi nell’arrampicata;
DOTARSI DI ATTREZZATURE IDONEE - utilizzarle secondo le
istruzioni e le tecniche approvate, controllarne lo stato d’uso e di
manutenzione;
PIANIFICARE LE USCITE - Quanti siamo? Quanto tempo impiegheremo?
Valutare le necessità quantitative di calore, cibo, acqua, identificare e
valutare i rischi oggettivi e soggettivi maggiori, dare un feedback al foglio
di uscita e alla scheda magazzino, registrando gli incidenti e i “quasi
incidenti” e modificare i propri comportamenti di conseguenza.
Sandro Demelas (sandrodemelas@gmail.com)