Esplorazione

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15 novembre 2014

16 - VALUTAZIONE DEL RISCHIO

I dati sugli incidenti raccolti negli Stati Uniti, per esempio sul sito www.caves.org, sono completi e facilmente trattabili. Lo scopo del presente capitolo non è comunque quello di analizzare dati o produrre statistiche, ma fornire strumenti di valutazione. I numeri sono importanti, sempre, ma qui ne faremo un uso strumentale e poco ci importerà del valore ottenuto tramite un calcolo, ma ragioneremo per ordini di grandezza.

Le statistiche riportano che, ogni anno, 1 speleologo su 200 viene coinvolto in un incidente. Quattro volte su cinque, l'incidente non produce lesioni o determina lesioni lievi. La seguente tabella fornisce, per il quindicennio 1995-2010, le frequenze degli incidenti in grotta.
Tipo di incidente
95
96
97
98
99
00
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
tot
%
incapace di uscire*
30
29
19
13
28
22
18
15
22
15
15
15
9
9
6
8
273
32%
caduta
15
21
27
15
20
17
13
20
14
5
10
12
11
11
10
13
234
29%
caduta pietre
10
5
5
2
4
2
3
3
5
3
7
4
5
3
3
3
67
8%
allagamento
7
4
5
3
3
3
1
1
5
4
2
3
4
2
0
0
47
6%
difficoltà su corda
4
6
5
1
4
3
1
5
5
1
2
2
1
2
0
2
44
6%
ipotermia
6
6
2
2
2
3
1
1
3
0
1
2
1
2
0
1
33
4%
attrezzatura
4
4
2
1
0
0
3
2
0
0
0
4
4
2
1
1
28
4%
malattia
0
1
1
8
0
2
2
2
1
2
2
0
0
1
0
1
23
3%
annegato
0
1
0
0
1
0
1
0
3
1
0
1
1
1
1
0
11
1%
aria "cattiva"
2
1
0
1
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
5
1%
acetilene
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0%
altro
6
3
2
3
2
3
3
2
1
1
1
1
0
2
1
1
32
4%
vittime
2
1
4
4
4
2
5
2
6
3
0
4
1
4
5
4
51
6%
feriti
53
54
47
25
39
37
27
37
34
16
32
27
26
21
10
21
506
63%
senza conseguenze
29
27
17
20
21
16
15
12
19
13
8
13
9
10
7
5
241
30%
* perso, esausto, bloccato

Parlare di frequenza di un evento, significa mettere in ordine i casi analoghi che si sono verificati nel passato e determinare quanti eventi si registrano in un intervello di tempo. Si può ragionevolmente "fare statistica" se si crede che il campione continuerà a comportarsi in futuro nello stesso modo. La frequenza, allora, diventa la probabilità di accadimento di un evento ipotetico.
Come abbiamo già detto, il rischio è cosa diversa dal pericolo, e a noi interessa maggiormente la valutazione di ciò che è più rischioso, e non solo di ciò che è più pericoloso. Se assegniamo a ogni incidente, il danno che può originarsi, si può riordinare la tabella già vista in funzione dei rischi. L'evento più pericoloso, in termini di probabilità, ovvero l'incapacità di uscire, se non accompagnato da altre ragioni (caduta o altro incidente), non produce mediamente danni rilevanti. In caso di spossatezza, o di perdita dell'orientamento, ci si predispone all'attesa. Da soli, o più frequentemente con l'aiuto dei compagni, troveremo senza dubbio la via dell'uscita, pressoché illesi. R=PxM: a una grande P, corrisponde un basso M. Il rischio è basso e, nella scala dei rischi della progressione in grotta, l'incidente ha una scarsa rilevanza. Gli incidenti legati all'attrezzatura (rottura dei materiali, errori nell'uso degli attrezzi)sono molto rari e, in virtù della consistenza del sistema di progressione (i materiali, gli attrezzi  e le tecniche sono standardizzati) e della ridondanza, un incidente determina ancor più raramente danni elevati. Anche in questo caso, il rischio è basso. Stare appesi a una corda da 10 mm di diametro, in cima a un pozzo di centinaia di metri di profondità, per alcuni è un'esperienza terrificante. È una questione di percezione del rischio che afferisce più al campo della psicologia che a quello della tecnica: il rischio reale che si corre è praticamente insignificante. È molto più rischioso guidare in città, o stare a casa: gli incidenti domestici causano ogni anno un rilevante numero di vittime.
A conti fatti, il rischio maggiore a cui ci sottoponiamo durante la progressione è la caduta pietre, nella progressione verticale, e la caduta durante la progressione orizzontale, ovvero quando ci muoviamo senza utilizzare la corda.
Il cedimento di un ancoraggio è un evento raro. Ha, cioè, una probabilità di accadimento che si può esprimere numericamente con un numero molto piccolo. Dire in questo contesto che la probabilità di rottura di un ancoraggio vale 0,0001, non vuole essere una stima significativa, ma solo un parametro di confronto. Nel prosieguo, i numeri citati avranno solo un valore indicativo.
Un modo di quantificare il danno prodotto, è quello di servirsi di un indicatore numerico pari al valore monetario del danno stesso. È un po' come riproporre quel gioco che si faceva da bambini quando si diceva: non farei una cosa nemmeno per … un milione di euro!
 
Evento
P
Danno (k€)
Rischio
Cedimento ancoraggio singolo con caduta di 3 m
0,0001
Lieve 10
1 €
Cedimento ancoraggio singolo con caduta di 6 m
0,0001
Grave 500
50 €
Cedimento ancoraggio singolo con caduta di 3 m in getto cascata
0,0001
Gravissimo 1000
100 €
Idem, ancoraggio doppio P=0,0001*0,0001
10e-7
Gravissimo 1000
0,1 €
Caduta in arrampicata di 3 m, arrampicatore scarso
0,001
Lieve 10
10 €
Idem, arrampicatore esperto
0,0001
Lieve 10
1 €
Caduta in arrampicata di 10 m, arrampicatore esperto
0,0001
Gravissimo 1000
100 k€

Abbiamo definito il rischio come R = P X M. Ridurre il rischio (R) significa ridurne la frequenza (P) o la gravità (M). In altre parole, il rischio è ridotto con misure di prevenzione o di protezione.
-Il rischio cresce con il numero delle persone partecipanti.
-Il rischio cresce con il tempo di permanenza in grotta.
-La combinazione di lunga permanenza in grotta, mancanza di allenamento, equipaggiamento inadeguato, freddo o carenza alimentare e idrica, costituiscono fattori di rischio elevato. La combinazione di eventi di cui sopra si chiama disorganizzazione.
-Il rischio maggiore è la caduta; un grave rischio, la caduta pietre. Il rischio derivante dalle tecniche di attrezzaggio e di progressione su corda è di gran lunga inferiore (5%) alle altre cause di rischio maggiore. Ciononostante, non possiamo mai esporci al rischio catastrofico.
-La valutazione del rischio non è materia di buon senso


BUON SENSO vs. SICUREZZA

Se la sola consapevolezza del rischio fosse sufficiente a evitare gli incidenti, la gran parte dei disastri aerei non si sarebbe verificata. Volare è una faccenda molto seria per i piloti. Ciononostante, molti errori grossolani capitano ancora, come ad esempio la mancata apertura dei flap al decollo.
La sicurezza non è “senso comune” o “buon senso”.  Il buon senso non è per nulla comune, nel senso che non è né comune a tutti, né  “comune”, semplice o ordinario. Agire, guidati dal buon senso, nella pratica di attività potenzialmente pericolose, è tanto inutile quanto essere coscienti dei rischi senza però utilizzare procedure specifiche. E poi, non sembra molto carino condannare chi è privo di “buon senso” a subire incidenti.
Lo studio del rischio nelle attività praticate da un numero elevato di appassionati, da lungo tempo, e con tecniche omogenee, è fondato sull’analisi statistica. Tale tipo di analisi deve essere coadiuvata da metodi di tipo sperimentale e da procedure cautelative nel caso dell’introduzione di nuove tecniche o materiali.
Praticare la speleologia richiede qualcosa in più del buon senso. Presuppone una preparazione consistente con le attività che si intende praticare e la capacità di compiere scelte ragionate, ovvero di mantenersi, se stessi e i propri compagni, all'interno di quell'area di rispetto che si trova a un adeguata distanza dall'esposizione del pericolo.
PREPARARSI TECNICAMENTE - educarsi alla valutazione del rischio, adottare procedure standard per ridurre i rischi, allenarsi nella tecnica per essere rapidi nell’attrezzaggio e nella progressione e per ridurre la sorpresa in casi non attesi, considerare l’effetto del cedimento di ogni elemento del sistema, utilizzare sistemi ridondanti per minimizzare il rischio di cedimento catastrofico;
PREPARARSI FISICAMENTE - allenarsi per mantenere la propria forma fisica, allenarsi nell’arrampicata;

DOTARSI DI ATTREZZATURE IDONEE - utilizzarle secondo le istruzioni e le tecniche approvate, controllarne lo stato d’uso e di manutenzione;

PIANIFICARE LE USCITE - Quanti siamo? Quanto tempo impiegheremo? Valutare le necessità quantitative di calore, cibo, acqua, identificare e valutare i rischi oggettivi e soggettivi maggiori, dare un feedback al foglio di uscita e alla scheda magazzino, registrando gli incidenti e i “quasi incidenti” e modificare i propri comportamenti di conseguenza.

Sandro Demelas (sandrodemelas@gmail.com)


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